La pedofilia è da sempre esistita.
La ritroviamo in qualunque epoca storica e contesto sociale.
Fin da piccoli ci viene detto di non fidarci degli sconosciuti, ma spesso nel caso della pedofilia il soggetto abusante è qualcuno che ruota intorno all’ambiente famigliare o direttamente appartenente al contesto nel quale la vittima vive.
Si tende erroneamente a pensare che sia un soggetto facilmente riconoscibile a vista d’occhio, quando in realtà può essere del tutto insospettabile.
La pedofilia è un comportamento nettamente antisociale che va osservato in tutte le sue angolazioni; per far ciò risulta indispensabile un’approccio multifattoriale e vanno analizzate le strategie cognitive e sociali messe in atto dal pedofilo e tutti gli aspetti criminologici.
Nel momento in cui il soggetto pedofilo mette in atto le sue fantasie erotiche molestando o abusando sessualmente di un minore la pedofilia è considerata come reato in quanto il pedofilo è una persona attratta sessualmente da un bambino e fino a che non realizza concretamente questa attrazione, non potrà essere punito.
Un individuo non può andare in carcere solamente per le sue tendenze o fantasie e provare una perversione non è di per sé reato.
Il pedofilo, quindi, in Italia è perseguibile penalmente solo se commette un reato a sfondo sessuale in danno di un minore, previsto dal codice penale.
Tali reati sono inseriti nel Titolo XII del Codice Penale, “Delitti contro la persona”. La condotta del pedofilo è punita dall’art. 609-quater, “atti sessuali con minorenne“,
La pedofilia è ritenuta patologica rientra nelle parafilie ossia disfunzioni sessuali dove la sessualità è atipica consistente soprattutto in fantasie o comportamenti ripetuti, intensi, sessualmente eccitanti che, di solito, coinvolgono oggetti inanimati, bambini o adulti non consenzienti, oppure la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del partner.
La parafilia come attaccamento morboso a forme anormali di sessualità può manifestarsi solo episodicamente oppure essere indispensabile per l’eccitazione sessuale del soggetto,Nelle società occidentali, per una diagnosi di pedofilia è necessario che il soggetto abbia almeno 16 anni di età e almeno 5 anni più del bambino oggetto delle fantasie o attività sessuali.
Tuttavia, il coinvolgimento sessuale tra un adolescente più vecchio (17-18 anni di età) e un ragazzo di 12-13 anni non è considerato patologico. I criteri anagrafici utilizzati per definire quando considerare tale attività un crimine possono variare.
L’abuso sessuale su minore e molto più frequente tra gli uomini che nelle donne,ma ciò non significa che non esistano donne abusanti.
Il motivo per cui si ritiene che la pedofilia sia rara nel sesso femminile potrebbe risiedere nel fatto che le statistiche sugli abusi compiuti da donne sono più difficili da ottenere, perché il reato è più nascosto e mascherato.
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Dottoressa Linda Corsaletti
foto fonte web
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