Su Jeffrey Lionel Dahmer, definito dai media “Il mostro di Milwakee” è stato scritto molto.

Questo articolo più che raccontare la sua storia , mira a descrivere le devianze che lo caratterizzano facendo di lui uno dei seriali più controversi e pericolosi della storia degli Stati Uniti.

Nasce nel 1960 a Milwaukee, all’età di sei anni si trasferisce con la sua famiglia in Ohio iniziando da quel momento in poi a mostrare i primi sintomi allarmanti di una mente fortemente disturbata.

Negherà più volte durante il processo che ci sia una correlazione tra il suo comportamento anomalo e l’aver subito abusi sessuali da un vicino di casa e sosterrà di aver avuto un infanzia priva di sconvolgimenti famigliari tali da giustificare il suo modo di essere, infatti nonostante una madre fortemente depressa e un padre che a seguito dell’assunzione di alcol diventata violento e litigioso, il mostro che albergava nel piccolo Jeffrey si era già svegliato da tempo, trasformando ben presto quel bambino taciturno, che amava passare il tempo a sciogliere gli scoiattoli vivi nell’acido muriatico o a immergere animali nella formaldeide, in un adolescente totalmente fuori controllo e alcolizzato già 16 anni .

Con i primi impulsi sessuali arrivano anche fantasie devianti che associate ad una timidezza patologica e al potere disinibente dell’alcol lo faranno passare all’azione mettendo in atto pratiche sessuali anomale che vanno oltre l’erotismo estremo.

Cannibalismo, necrofilia, saranno alla base del suo interesse sessuale che unito al piacere sessuale che provava nel toccare la superficie liscia e umida degli organi umani lo renderanno inarrestabile e pericolosissimo in quanto per provare piacere sessuale aveva bisogno di uccidere, mutilare e sezionare cadaveri per poi abusarne sessualmente e cucinare parti di essi.

Dahmer era ossessionato dalla paura dell’abbandono e cibarsi di cadaveri , così come affermerà lui stesso in un’intervista, era un modo per introiettare l’altro e tenerlo sempre con se, spesso teneva i corpi privai di vita delle sue vittime nel letto fino a che non iniziavano a emanare cattivo odore, quando non riusciva a reperire vittime nel letto tiene con se un manichino.

Questo rende ancor più evidente la sua totale incapacità di relazionarsi con esseri umani vivi.

Aveva bisogno di un partner passivo che non lo abbandonasse e per realizzare questo suo bisogno tenta esperimenti macabri con le vittime, infatti con la punta di un trapano cerca di raggiungere i lobi frontali nei quali inocula acido muriatico con la speranza di riuscire a trasformare queste persone in zombie.

Dirà che era un modo per tenerli in vita rendendoli schiavi passivi, ma che era solo una sua fantasia, ma qualcosa andava male, non funzionava in quanto poi morivano.

Era uno psicopatico privo di capacità empatica, per lui il cadavere era solo un oggetto sul quale scaricare ed indirizzare tutte le sue inibizioni e fantasie oscure ossessionanti ed incoffessabili.

Il suo primo omicidio lo compie a 18 anni

Fa salire in auto un autostoppista di nome Steven Hicks di 19 anni, lo convince a seguirlo a casa per bere una birra Bevono birra e passano insieme un paio d’ore quando però Steven vuole andarsene, Dahmer avverte un’ insopportabile sensazione di abbandono mista a rabbia per aver appreso le sue tendenze omosessuali.

Lo colpisce in testa con un manubrio da palestra, poi lo spoglia e lo depezza e dopo aver giocato col suo corpo, lo sotterra.

Sotto spinta del padre si arruola nell’esercito e viene mandato in una base U.S.A. in Germania.

La sua carriera dura circa due anni, poi viene espulso con disonore a causa di ripetuti episodi di alcolismo molesto.
Quando rientra in America si stabilisce in Florida, per poi tornare a vivere con la nonna dato che il padre lo cacccia perchè nullafacente.

Una volta a casa la prima cosa che fa è disseppellire i resti dell’autostoppista, ne frantuma le ossa e le scioglie nell’acido.

L’alcolismo lo renderà sempre più imprevedibile e verrà arrestato per atti osceni in luogo pubblico, viene condannato a un anno di reclusione non scontato per l’obbligo di frequentare con regolarità una clinica psichiatrica.
Nel 1982 uccide di nuovo : Dahmer racconterà di essersi svegliato in una camera d’albergo a fianco di Steven Tuomi, 24 anni, ormai cadavere e con la bocca piena di sangue.

Dopo aver acquistato una valigia, abusa sessualmente di lui , poi lo fa a pezzi e lo getta tra i rifiuti di una discarica.

In quell’occasione mentre di notte si dirige verso la discarica verrà anche fermato da una pattuglia, che vede i sacchi e quando gli chiede cosa contenessero e dove stesse andano, lui imperturbabile risponde che i suoi genitori hanno discusso e lui è molto agitato, non riesce a prendere sonno, cosi ha deciso di uscire a buttare la spazzatura.

Viene creduto, multato solamente per eccesso di velocità e lasciato andare.

Tra il gennaio 1988 e il marzo dello stesso anno, Dahmer torna ad uccidere.

Le vittime sono James Doxtator 14 anni e Richard Guerriero di 23, il modus operandi è sempre lo stesso dei precedenti, ma sempre più perfezionato : li droga, li violenta, poi li uccide, li fa a pezzi ed elimina i corpi nell’acido.
A causa di odori insopportabili e rumori molesti uniti ad un comportamento ingestibile, la nonna lo caccia di casa.

Dahmer torna, a Milwaukee e va a vivere nella parte nord della città in un appartamento sulla 25sima Strada,

E’ in questo periodo che i tempi tra un omicidio e l’altro si stringono sempre di più con una cadenza non più mensile, ma settimanale.

Predava le sue vittime avvicinandole nei locali gay, offriva loro denaro in cambio di compagnia.

Una volta rimasto solo con il malcapitato lo narcotizzava, le strangola servendosi di un laccio, ma spesso usa anche le mani perchè amava sentire la vita che abbandona il corpo dopodichè iniziava a lavorare il cadavere.

Era anche feticista, amava conservare resti umani e dipingere crani.

A tal proposito lui stesso dichiarerà:

” Le mie pulsioni erano talmente forti da spingermi a conservare parti di loro”

In un’ escalation che sembra senza fine uccide Edward Smith 27 anni, Raymond Smith 33 anni, poi uccide David Thomas 23 anni e Ernest Miller di 22 anni e poi ancora Curtis Straughter 19 anni per poi passare a Errol Lindsey 19 anni e Anthony Hughes 31 anni.
Il mostro di Milwaukee non riesce più a restare senza una vittima.

Ciò che sconvolgerà in questa storia oltre l’efferatezza degli omicidi è un episodio sconcertante che si verifica quando verrà ucciso Konerak Sinthasomphone di anni 14 perchè a consegnare la vittima a Dahmer è per assurdo la polizia.

Konerak infatti miracolosamente riesce a liberarsi dopo le torture che comprendevano due fori nei lobi frontali e un’iniezione negli stessi di acido muriatico.

Esce in strada e incontra tre ragazze che lo vedono stordito ed in seria difficoltà.

Insospettite chiamano la polizia, ma in quel momento arriva anche Dahmer che con fare rassicurante convince gli agenti del fatto che il ragazzo è il suo amante e che, a seguito di una litigata tra innamorati, ha inventato ogni cosa.

Dice che ha bevuto molto a seguito della discussione per questo è stordito.
Il giovane fa fatica anche a divincolarsi e difendersi a causa del cocktail di acido muriatico e droghe che Dahmer gli aveva iniettato.

I poliziotti si lasciano convincere dall’unico uomo bianco e lucido presente: Dahmer, inoltre non volendosi immischiare nelle vicende di due omosessuali riconsegnano Konerak nelle mani del mostro.

Li accompagnano in casa.

Una volta dentro fanno un giro veloce senza neanche interrogarsi sul perchè ci fosse quell’odore insopportabile e senza nemmeno accendere le luci della camera da letto dove giaceva un altro cadavere, quello di Tony Hiuges che Dahmer non aveva ancora smaltito, ormai non riusciva più a sbarazzarsi dei corpi delle vittime, era senza freni perché era tanta la voglia di uccidere da non riuscire a non procurarsi subito un’altra vittima.

I poliziotti si congedano dicendo a Dahmer di prendersi cura del suo fidanzato e lui lo farà finendo il lavoro, gli inietta un’altra dose e Konerak, muore.

 Solo in seguito la polizia di Milwaukee provvederà a espellere i poliziotti: un atto tardivo, dal momento che il mostro senza la negligenza dei poliziotti poteva essere fermato prima invece di proseguire indisturbato con gli omicidi.

Infatti Dahmer, anzichè essere intimorito per aver rischiato la cattura, uccide Matt Turner 20 anni, Jeremiah Weinberg 23 e ancora Oliver Lacy anche lui 23enne.

Il 19 luglio del 1991 il “mostro di Milwaukee” uccide la sua ultima vittima: Joseph Brandehoft 25 anni .

Si ferma perchè quando tenta di uccidere Tracy Edward di 32 anni.

Il ragazzo, si pente subito di aver accettato quello strano invito, avverte l’odore nauseante appena entra in casa e si allarma, ma capisce che deve assecondare Dahmer e approfittando di un suo momento di disattenzione, riesce a fuggire anche se ammanettato e ad avvisare in strada dove incontra la polizia che finalmente decide di intervenire entra in casa e lo arresta dopo aver trovato una situazione scioccante.
Nell’abitazione l odore era insopportabile, c’erano cadaveri ovunque, in frigo, nei barili, nel congelatore, foto raccapriccianti ovunque e scatoloni con genitali mummificati .

Durante il processo anche grazie al racconto di Tracy Haward, verranno fuori altri agghiaccianti retroscena e quando chiederanno a Dahmer se provasse rimorso lui dichiarerà:” Non sono sicuro di provarne abbastanza come dovrebbe essere”, ma si dimostrerà collaborativo.
Descrive gli omicidi minuziosamente e anche le sue fantasie a tal proposito dirà :”Non sono pensieri di cui ti puoi liberare quando vuoi, non ti abbandonano”

Le vittime subivano agonie lunghissime prima di morire e dopo averle violentate da morte, fatte a pezzi e mangiate, Dahmer teneva come souvenir parti dei corpi.

Ad essere conservati erano soprattutto genitali e mani, le teste invece venivano tenute in frigorifero o sotto spirito, mentre altre venivano fatte bollire per un giorno intero fino a che la carne non si staccava dal teschio e a volte quest’ultimo veniva dipinto con effetto marmorizzato ed usato come soprammobile.

Le parti del corpo che non mangiava, o non teneva perchè a suo dire non soddisfacevano alcuni canoni estetici, le scioglieva in grossi barili pieni d’acido.

I vicini più volte avevano lamentato alle autorità i forti odori provenienti dal suo appartamento e sebbene anche qui poteva essere fermato, nessuno è intervenuto.
Nel suo appartamento erano anche presenti fotografie delle vittime fatte prima e dopo gli omicidi e se quella sera i due poliziotti anzichè fare commenti razzisti e omofobi avessero perlomeno acceso le luci della stanza da letto, probabilmente non solo si sarebbero accorti del cadavere accanto al letto, ma anche delle foto che descrivevano gli orrori commessi.

Il suo delirante tentativo di annullare le sue vittime, lasciando vivi i corpi per creare un tempio, un altare dove lui erano l’unico Dio, fatto di schiavi sessuali sottomessi o quello che lui definisce “esercito di zombie” era un progetto che non presupponeva delle morti rapide, ma dolorosissime e lente.

Al di là dei primi due omicidi eseguiti in modo frettoloso, gli altri saranno infatti sempre più evoluti e il sistema di smaltimento dei cadaveri diventerà sempre più efficiente.

Gli psichiatri durante il processo dichiararono che Dahmer non era un serial killer come tutti gli altri, ma era un poli deviante.

Soffriva di diversi disturbi di carattere sessuale, ma soprattutto non era metodico.

A differenza degli altri assassini seriali, Dahmer era plateale e incapace di indossare una maschera nella società che lo rendesse insospettabile, infatti la sua ubriachezza molesta lo porta più volte all’attenzione dell’autorità giudiziaria .

Inoltre il suo essere iper rigido, il suo vivere in silenzio in preda alle sue fantasie abnormi e non riuscire ad interagire con il prossimo aveva fin da piccolo destato dubbi sulla sua integrità mentale che si è poi sgretolata del tutto crescendo.

Altro dato distintivo: cercava le sue vittime in luoghi pubblici e come se non bastasse a causa di questo era stato più volte arrestato per atti osceni e molestie sessuali.

Infine altra cosa che lo rendeva unico è il fatto che le vittime, a parte un asiatico e un ispanico, erano tutte di colore, cosa insolita dato che il profilo tipico di un serial killer prevede come vittima una persona della sua stessa etnia, ma questa più che una componente di tipo preferenziale può essere dovuta a opportunità poichè facendo leva sul bisogno di denaro delle vittime in un quartiere poco ricco, riusciva ad avvicinare le sue prede senza fargli opporre resistenza.

Poteva essere fermato prima di commettere 17omicidi di cui 15 accertati.

Verrà ritenuto perfettamente in grado di intendere e volere, quindi responsabile delle sue azioni, sarà condannato a 15 ergastoli per un totale di 957 anni di carcere.
La giuria a deliberare ci metterà solo 5 ore.

In cella rimarrà solo due anni, verrà ucciso da un detenuto schizofrenico, mentre sta pulendo i bagni.

Linda Corsaletti

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