A più di un mese dal ritrovamento in un parco del cadavere di Liliana Resinovich è ancora giallo sulle circostanze che hanno portato la donna alla morte.

C’è attesa per gli esiti dei risultati scientifici degli accertamenti tecnici irripetibili iniziati il 3 febbraio scorso.

Gli esami di natura tossicologica, genetica e biologica riguardano oggetti repertati su quella che non si sa ancora se è definibile o meno come una scena del crimine.

Gli oggetti in questione sono i sacchi che coprivano il volto e il corpo della vittima, un cordino, un guanto nero e una bottiglia di plastica contenente un liquido ritrovata accanto al cadavere.

A mio avviso se si trattasse di omicidio ed io propendo per questa ipotesi, quello sarebbe solo il luogo del ritrovamento del cadavere e quindi ciò che viene definita una scena del crimine secondaria.

Escludo il suicidio nonostante sia suggestivo il fatto che Liliana abbia lasciato in casa la fede nuziale e a quanto pare anche i telefoni.

Quel giorno aveva con se solo una borsa vuota.

I motivi per i quali escludo il suicidio sono la scelta del metodo e le circostanze poiché presuppongono un alto grado di intenzionalità e forte derealizzazione per poter vincere l’istinto di sopravvivenza e poter quindi desistere dal togliere il sacchetto dal viso qualora subentrasse la fame d’aria, soprattutto senza l’ausilio di sostanze psicotrope che possano aiutare il soggetto ad abbassare la soglia di coscienza o far sopraggiungere uno stato di sonnolenza.

Inoltre la donna stando a quanto riferito da amici e parenti non ha mai mostrato in precedenza campanelli di allarme tali da far prendere minimamente in grado questa ipotesi.

La 63enne, ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia, è sparita la mattina del 14 dicembre. 

Il corpo è stato ritrovato il 5 gennaio nel parco dell’ex ospedale psichiatrico, a un chilometro e mezzo dall’abitazione nella quale la donna viveva con il marito Sebastiano Visintin

Il decesso, ha accertato l’autopsia, è avvenuto per ‘scompenso cardiaco acuto e si esclude la morte naturale date le condizioni di ritrovamento del cadavere che presentava un doppio avvolgimento nei sacchi.

Ad oggi infatti le uniche due piste individuate dalla procura, sono omicidio o suicidio

La data di morte non è ancora certa e potrebbe coincidere con il giorno della scomparsa.

I protagonisti della vicenda sono attualmente 3 : la vittima, il marito Sebastiano Visintin, e Claudio un amico della donna, nessun indagato anche se i sospetti popolari, ma anche di amici e parenti di lei stanno puntando il dito sul marito.

Anche Claudio punta il dito su Sebastiano.

I due uomini fin da subito non si sono mai sottratti alle interviste alimentando così ipotesi e sospetti e facendo diventare il caso fortemente mediatico.

Ciò ha però reso possibile un ‘analisi di tipo comportamentale e linguistica ed è stato passato al setaccio il linguaggio del corpo e paraverbale dei due.

Lo studio del linguaggio non verbale prende in considerazione le espressioni del volto e del corpo di un soggetto, si fonda sullo studio delle emozioni e aiuta a decifrare ciò che inconsciamente viene rivelato attraverso il linguaggio del nostro corpo,come ad esempio le espressioni, la gestualità, i movimenti del nostro corpo.

Nel paraverbale invece ad essere attenzionato non è cosa viene detto, ma il modo in cui viene fatto, il tipo di comunicazione e i fattori che la compongono come il tono di voce, il volume, il tempo e timbro di voce.

A parlare più di tutti però è come sempre il cadavere, il quale ci dice già molto.

Il corpo di Liliana da quanto risulterebbe fino ad ora non ha segni di violenza e sembra essere stato adagiato a terra, trattato e avvolto con estrema cura, quasi a volerlo proteggere.

Non è stato occultato in modo introvabile.

Per tornare all’analisi del linguaggio ciò che ha lasciato inizialmente di stucco è stato il suo usare la parola “nero” dopo la parola sacco quando gli è stato riferito che Liliana è stata ritrovata avvolta in un sacco senza specificarne il colore, ma ciò è stata reputata una deduzione inconscia, un sillogismo comune con la parola sacco.

Claudio è stato il primo a dare l’allarme, ed è stato lui a dare l’indicazione sul luogo in cui cercare Liliana dato che era a conoscenza del fatto che quello rappresentava per lei un luogo del cuore.

Il giorno del ritrovamento lascia una rosa rossa nel punto del ritrovamento.

Non è mai entrato nei sospetti di nessuno.

Nei confronti di Sebastiano i sospetti invece sono iniziati fin da subito i motivi principali sono ritardo nella denuncia di scomparsa, l’essersi ripreso con una telecamera il giorno della scomparsa della moglie quasi a voler tracciare un movente, non si reca nell’immediatezza sul luogo del ritrovamento del corpo e altre incongruenze varie.

Sembra sempre disconnesso dalla realtà e quasi sul punto di voler dire per poi frenarsi, ma appare estremamente collaborativo.

Qualcuno dei due mente?
In tal caso chi ?
Esiste un terzo soggetto ancora ignoto ?

A chiarirci le idee si spera saranno gli esiti scientifici .

Dottoressa Linda Corsaletti

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