Nasce prematuramente il 26 Aprile 1949 a Kobe, da una facoltosa famiglia dell’aristocrazia nipponica.
Durante il parto soffre di carenza di ossigeno, inconveniente che lo costrinse appena nato a trascorrere molto tempo in ospedale.
Era un bambino fisicamente molto debole, si ammalava spesso, era di bassa statura e piuttosto gracile.

Il suo aspetto fisico diviene oggetto di bullismo da parte dei compagni di scuola che ridicolizzandolo, alimentarono in lui un senso di inadeguatezza.
Inizia già dalla prima infanzia a mettere in atto atteggiamenti bizzarri a mostrare attrazione per il cannibalismo e a fare giochi macabri, inoltre da quanto poi riferirà, anche la sua attività onirica era incentrata e imperniata totalmente sulla sua ossessione per il cannibalismo.
Durante l’adolescenza, l’attrazione verso l’antropofagia diviene anche appagamento sessuale, tanto che quando è attratto da una ragazza prova l’impulso di mangiarla.

Questa attrazione verso la carne umana viene sottovalutata in famiglia in quanto considerata semplicemente come una stranezza, nonostante Issei mostrasse invece, evidenti segni di squilibrio che portarono gli psichiatri a definirlo un elemento estremamente pericoloso.

Non ci vorrà molto infatti a vedere la comparsa di chiari segnali che lasciavano presagire qualcosa di molto inquietante.
Il padre di Issei, uomo molto ricco e potente, decide di mettere a tacere le problematiche del figlio garantendogli un tenore di vita molto alto, e lo allontana. Issei si trasferisce a Osaka per completare gli studi universitari e nel 1980 va a Parigi per studiare letteratura inglese all’Università La Sorbonne.
In Europa, inzia a mostrare attrazione perversa ed ossessiva per le donne occidentali e cresce in lui il desiderio di possederle mangiandole.
Questa fantasia rimane inizialmente solo nella sua testa, ma fa aumentare in lui fantasie sempre più macabre e la voglia di sperimentare il piano diabolico che sognava sin da bambino.

Una realtà solo immaginata e immaginaria fino al giorno in cui il primo passo verso il suo folle piano comincia a prendere forma.
Issei si procura un fucile calibro 22 e va a caccia di prostitute, inizia a portarle di volta in volta a casa con un piano ben definito nella sua mente: mentre si facevano il bidet, le avrebbe uccise e poi subito dopo mangiate,
In quel periodo non riuscì mai in quelle occasioni a mettere in pratica le sue fantasie a causa di una paura che lo paralizzava e che salvò la vita a decine di ragazze totalmente inconsapevoli di cosa sarebbe potuto accadere.

Nel frattempo frequentava il corso di letteratura inglese all’Università e durante le lezioni strinse rapporti di amicizia con una collega olandese, Renèe Hartevelt, che cominciò a frequentare la casa del giapponese in vista degli esami di fine anno.
Issei inizia a provare più fortemente che mai il desiderio di possedere per sempre quella ragazza che rispecchiava i suoi canoni estetici, quelli che lui non aveva mai avuto e sempre desiderato, era alta, di bell aspetto e dalla carnagione chiara, intelligente e socievole.

L unico modo che ha per possederla per sempre è mangiarla.

Con la scusa di studiare e ripetere insieme alcune poesie, Issei nvita frequentemente a casa Reneè, fino a quando un pomeriggio la spia mentre si lava le mani in bagno e quell’ immagine reale, si sovrappone a quella delle sue fantasie in cui desiderava uccidere le prostitute mentre si facevano il bidet.

Da quell’istante in poi, ogniqualvolta in cui la giovane si recava a casa sua, Issei le puntava un fucile alle spalle ma non riusciva mai a premere il grilletto.

Questo accade fino a l’11 Giugno 1981, giorno in cui riesce a mettere in pratica il suo piano, ma accade che il fucile col quale avrebbe dovuto uccidere la sua vittima si inceppa e fallisce.
Anni di fantasie represse e una lunga attesa, unita al fallimento del suo primo tentativo, provocarono in Issei un incontenibile desiderio di uccidere il prima possibile e così, il giorno successivo scatta in luiuna follia “improvvisa e dirompente, quanto probabilmente irripetibile” (queste le parole riportate nella perizia di un medico francese)

Issei accende il registratore e mentre la ragazza leggeva alcune poesie, le spara alla nuca.

Quello che sembra un epilogo in realtà è solo un esordio di futuri giorni di vero orrore. 
Fa sesso col cadavere della ragazza a lungo dando libero sfogo a quello che si prefigurava davanti a lui come il momento più atteso della sua vita. 
Con un coltello elettrico la fa a pezzi, mangia alcune parti crude mentre ne conservava altre in freezer, che poi consumerà tostate o con l’aggiunta di sale e mostarda: mangia sette chili di carne.
Dopo questi giorni chiuso in casa ad appagare le sue fantasie, viene scoperto e arrestato.
Durante i primi interrogatori chiede continuamente di poter mangiare i suoi “pacchetti” in freezer e, quando ovviamente gli viene negato cade in una lunga crisi depressiva che lo porterà a rifiutare qualsiasi altro tipo di cibo.

ll punto sul quale il giapponese si soffermò più volte, durante gli interrogatori e durante le successive interviste, fu il suo desiderio di mangiare viva una ragazza –
dal quale si sentiva attratto: «Una volta che è morta, non è altro che un cadavere – una “cosa”. Quindi, se fosse possibile, mi piacerebbe mangiarla viva».
Il cannibalismo viene visto da Sagawa come “un atto di supremo amore”, come l’estensione di un processo di attrazione e di desiderio, che passa attraverso il contatto fisico e finisce con l atto di cibarsi di un essere umano: «Facendo l’amore entri nel corpo dell’altra persona per pochi minuti. Mangiandola, la fai tua per sempre».

La sua dichiarazione più famosa è «In realtà non volevo ucciderla, volevo solo mangiarla. Anche solo un pezzetto. Se non fossi stato così timido, se avessi avuto il coraggio di chiederle anche solo di assaggiare le sue unghie, una ciocca di capelli, o di peli pubici, magari intrisi di urina, oggi Renèe sarebbe ancora viva».
(Issei Sagawa)

Linda Corsaletti

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