Entrambi autistici, entrambi dispersi a seguito di una gita organizzata da chi avrebbe dovuto sorvegliarli.
Quella di Daniele e Iuschra sono sorti gemelle, due tragedie speculari che hanno coinvolto e sconvolto la vita dei loro famigliari, ma che non hanno a mio avviso sufficientemente sconvolto l opinione pubblica tanto quanto farebbe un omicidio efferato.
Il clamore mediatico riservato a questi due casi di scomparsa si è spento troppo presto, non sembra aver suscitato la giusta indignazione il fatto che due esseri umani totalmente in balia dei loro accompagnatori si siano dissolti nel nulla.
A distanza di pochi anni uno dall altro questi due ragazzi subiscono infatti la stessa identica sorte.
Il primo è Daniele Potenzoni scomparso all’età di 36 anni a Roma alla stazione Termini il 10 giugno 2015 dopo una gita organizzata presso il Pontefice a Piazza San Pietro.
L’uomo faceva parte di un gruppo di disabili composto da tre accompagnatori del Centro di Formazione professionale di Borgo Lombardo.
Da quel giorno di lui non si sa più nulla, le tante segnalazioni iniziano col passare del tempo a cadere nel vuoto una dopo l’altra tanto che il papà di Daniele, Francesco, ha più volte ribadito di credere che possa trovarsi all’estero.
Un finale diverso rispetto a quello di Daniele è arrivato da pochi mesi per la bambina bengalese di 12 anni
Lo scorso 4 ottobre infatti è stato ritrovato nei boschi di Serle il teschio appartenente a Iuschra Gazi, dispersa a seguito di una gita nel luglio del 2018.
I resti ossei sono stati scoperti da un cacciatore e una volta sottoposti all’esame del DNA, non hanno lasciato dubbi sulla loro appartenenza alla piccola.
Per la sua scomparsa è stata condannata Roberta Ratti, l’educatrice della Fobap, la Fondazione bresciana di assistenza a soggetti psico disabili, responsabile della gita durante la quale è scomparsa la 12enne bengalese.
La donna lo scorso giugno ha patteggiato una pena di otto mesi per omicidio colposo.
Quel giorno proprio come per Daniele Potenzoni, della bambina si perdono improvvisamente le tracce.
Le ricerche si sono attivate immediatamente, ma nonostante i cani molecolari, droni, elicotteri, interventi di speleologi di lei non si saprà più nulla fino al macabro ritrovamento dei resti ossei.
Iuschra era stata vista correre verso il bosco dal quale è stata immediatamente inghiottita.
Si cerca ancora Daniele, la famiglia non si è mai arresa e da qualche settimana un camion vela, di proprietà di un privato sta girando per Roma con affisse sui due lati le gigantografie del ragazzo.
In una è raffigurato come era al momento della scomparsa, nell’ altra è raffigurata un’ ipotetica ricostruzione di come potrebbe essere ora.
Dopo questa iniziativa le segnalazioni sembrano essere arrivate a decine e ciò sta naturalmente riaccendendo la speranza in chi lo aspetta da quasi 7 anni.
Questi famigliari sono in balia del tempo che passa, ma senza rimanere inermi di fronte al dolore.
Non hanno mai smesso di cercare Daniele e di farlo anche esclusivamente con i propri mezzi e le proprie forze soprattutto dopo che l’esito della vicenda processuale del loro congiunto li ha fatti sentire ancora più soli.
C’e’ stata infatti l’assoluzione per Massimiliano Sfondrini, l’infermiere di Melegnano accusato di abbandono di incapace nel processo sulla scomparsa di Daniele Potenzoni.
Assolto perché non ci fu dolo necessario a integrare l’elemento soggettivo del reato.
Questa la motivazione con cui la Corte di Appello di Roma ha confermato l’assoluzione dell’infermiere che era con Daniele nel momento della tragica vicenda.
Immaginate lo sdegno e lo sconforto di perdere un vostro caro dopo averlo affidato a chi avrebbe dovuto tutelarlo al posto vostro e di non sapere improvvisamente più nulla di lui.
Immaginate quanta forza necessaria serve ogni giorno per sopportare il dolore, per smorzare la rabbia, per continuare a sperare e non arrendersi mai.
Due famiglie colpite dallo stesso destino e se quella di Iuschra ha smesso di chiedersi dove è finita la propria figlia, quella di Daniele no, non può farlo perchè non si trova e fino a che non ce’ un corpo c’e’ speranza per loro.
Per far si che non si riverificasse ancora ciò che è successo a Daniele, bastava la sua storia per tenere alte le antenne durante un ennesima gita per disabili finita in tragedia.
Tragedia inaudibile che ha probabilmente portato la piccola Iuschra a morire di stenti in quel bosco.
Mi auguro che tutto questo possa far riflettere seriamente e serva da monito, perchè se ciò che è accaduto alla famiglia Gazi e Potenzoni avrà mai un senso deve essere quello di evitare che tragedie simili possano verificarsi nuovamente
Linda Corsaletti
Foto fonte web
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