Pierpaolo Pasolini è da sempre ritenuto il poeta, intellettuale, regista più illuminante della storia italiana del secolo scorso, mentre il suo omicidio fa invece brancolare ancora oggi nel buio.

Nel centenario della nascita , avvenuta il 5 marzo 1922 a Bologna ancora tante ombre su reali moventi ed esecutori materiali dell’assassinio di Pierpaolo Pasolini si è tornato a parlare di lui.

Fu ucciso la notte del 2 novembre 1975 aal’idroscalo di Ostia, prima colpito a morte con oggetto contundente e poi schiacciato con la sua stessa auto.

Un giallo mai risolto nonostante l’esistenza di una “versione ufficiale” ed il processo ad un ragazzo di 17 anni.

Ad essere incolpato dell’omicidio , dopo essere stato fermato la notte stessa alla guida dell’auto dello scrittore fu Pino Pelosi, il quale affermò di essere stato avvicinato dietro compenso in denaro da Pasolini presso la Stazione Termini e da questi invitato successivamente alla trattoria Biondo Tevere, vicino alla Basilica di San Paolo, per poi dirigersi insieme verso la periferia di Ostia.

Si disse che quella zona non era sconosciuta a Pasolini, il quale spesso si era recato alla periferia della cittadina con altri ragazzi, sempre dietro la promessa di un compenso in denaro.
Pelosi fu condannato in primo grado per omicidio volontario il 4 dicembre del 1976.raccontò che lui e Pasolini ebbero un’accesa lite fuori dalla macchina , dopo un’esplicita pretesa sessuale fatta da Pasolini stesso e che Pelosi rifiutò.
Secondo Pelosi fu Pasolini a minacciarlo sulla spiaggia con un bastone che poi riuscì ad afferrare e che usò per picchiare Pasolini ferendolo gravemente, successivamente alla lite sarebbe salito nuovamente in auto travolgendo più volte lo scrittore, provocandone la morte sfondandogli la cassa toracica. 

Nel 2011 , nella sua autobiografia, Pelosi confessa di aver mentito, rivela di aver frequentato il regista per un lungo periodo, dirà di essersi accollato la responsabilità dell’omicidio, afferma di essere stato minacciato di morte, assieme ai suoi genitori, da parte di uno dei veri assassini e di aver atteso fino alla morte di sua madre e suo padre prima di poter raccontare la verità.

Furono molte le teorie e i moventi di facciata che iniziarono subito a circolare dietro la morte di Pasolini

.Una di queste riguardava sempre il coinvolgimento di Pelosi, ma sosteneva che non fosse solo e che si trattava di un gruppo che misero in atto una rapina finita male, teoria irrobustita da alcune testimonianze da parte delle persone che occupavano le abitazioni vicino all’Idroscalo, che avevano sentito urla concitate che indicavano la presenza di più di 2 persone e grida di aiuto della vittima .

A rendere poco convincente la prima versione di Pelosi furono non solo il bastone di legno con cui avrebbe ammesso di aver percosso Pasolini, il quale era in realtà una tavoletta di legno molto deteriorata dall’umidità, talmente rovinata da risultare difficile che potesse provocare le ferite che Pasolini riportò, inoltre era del tutto inverosimile anche la possibilità che un giovane poco robusto come Pelosi avesse potuto sopraffare con facilità Pasolini, inoltre sugli abiti di Pelosi non vi erano tracce di sangue, nonostante avesse ripetutamente picchiato con forza il poeta con il presunto bastone, né tantomeno presentava segni o ferite che facessero pensare a una colluttazione.

Altre ipotesi furono quella che indagava la matrice politica, o quella un omicidio omofobo, in particolare da parte di altre 3 persone che avrebbero seguito Pasolini e Pelosi in auto. A sostegno di questa teoria, un’intervista condotta da Franca Leosini a Ombre sul giallo, a Pino Pelosi, nel 2005. 
Fu proprio Pelosi a dichiarare in seguito che l’omicidio era stato commesso da altre 3 persone, che parlavano con un forte accento meridionale e si avvicinarono a bordo di un auto targata Catania, improvvisamente accostarono alla loro auto mentre picchiavano Pasolini, avrebbero inveito contro di lui dandogli dell’omosessuale usando termini dispregiativi e offensivi. 
A far seguire questa pista, ritenuta inizialmente valida fu che dopo l’omicidio di Pasolini le autorità ricevettero effettivamente una lettera anonima che parlava di una Fiat targata Catania che aveva seguito la vettura di Pasolini.
Successivamente nel 2008 Pelosi avrebbe fatto i nomi dei suoi complici, nello stesso momento in cui un’altra teoria si stava facendo strada. Sergio Citti, collega e amico di Pasolini, disse che lo scrittore aveva avuto un incontro con dei malavitosi per la restituzione delle copie del film Salò che questi gli avevano sottratto.

Altra teoria passata al vaglio degli inquirenti fu che la morte di Pasolini venne collegata anche alla lotta di potere nel settore petrolchimico.

Secondo questa teoria Pasolini sarebbe stato ucciso perché stava lavorando, poco prima della sua morte, al film Petrolio che raccontava un’indagine sul ruolo di Eugenio Cefis nello stragismo italiano legato alle trame internazionali e al petrolio
Nel 2010 invece; alcune testimonianze raccolte dai proprietari della trattoria romana Biondo Tevere hanno fatto sorgere ulteriori dubbi poiché questi parlando dell’uomo in compagnia di Pasolini, descrissero una persona completamente diversa da Pelosi: un uomo altro 1, 70 metri, con capelli biondi pettinati all’indietro, mentre Pelosi, alto poco più di 1,60 metri, aveva capelli neri e ricci. 
Questa dichiarazione insieme a un’altra testimonianza ignota, hanno portato alla riapertura del caso, inoltre sono emerse alcune tracce di DNA sui vestiti dello scrittore, che però non è stato possibile attribuire a qualcuno in particolare o a sapere con certezza quando collocarle nel tempo, se nei giorni precedenti all’omicidio o quella sera stessa.

Nel corso del tempo, nonostante le diverse ipotesi e personaggi che hanno ruotato intorno a questa vicenda, non si è mai venuti a capo di nulla.

Cosa è accaduto realmente quella notte all’ idroscalo?

Chi ha ucciso Pasolini e quale fu il reale movente la vera dinamica dei fatti?

Fatti, circostanze, dichiarazioni dell’epoca, prove e dna possono ancora dire la verità?

Un caso rimane irrisolto per moltissimi motivi gli stessi per i quali può essere risolto, dopo tanti anni a volte basta rileggere le carte con meticolosità, per trovare spunti investigativi tralasciati, non visti, dimenticati.

Per far luce su questo omicidio la verità come spesso accade va cercata dentro i fascicoli impolverati dal tempo.

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Dottoressa Linda Corsaletti