Madame Alexe Popova è una donna Russa passata alla storia per aver ucciso tra il 1879 e il 1909  circa 300 uomini nell’arco di 30 anni.

Per la precisione ad essere avvelenati da questa donna misteriosa di cui si sa pochissimo erano mariti violenti .

In una Russia zarista di inizi Novecento, retrograda e per nulla attenta ai diritti delle donne, i maltrattamenti famigliari non erano considerati un reato e tantomeno un’ingiustizia, ma tuttalpiù una sorta di educazione al rispetto del marito, cose di poco conto insomma, pertanto gli uomini violenti e abusanti nei confronti delle proprie mogli rimanevano impuniti.

Siamo a Samara, una città a quasi mille chilometri a est di Mosca al confine tra Europa e Asia è qui che si sono svolti i fatti di cui è rimasto ben poco se non attraverso qualche foto di giornale dell’epoca e qualche dichiarazione resa a processo in cui Madame Popova spiega come il veleno fosse un’arma pulita, quasi raffinata perchè evitava inutili spargimenti di sangue, talmente raffinata da essere un’arma femminile e che tutto sommato non provocava morti molto dolorose inoltre è difficle ( oggi non sarebbe così), da rintracciare.

Stiamo parlando dell’ Arsenico : un veleno completamente inodore e insapore che a quel tempo era facilmente reperibile anche nelle drogherie perché venduto come topicida o perché ritenuto un forte stimolante della funzione sessuale, ma se usato per uccidere porta alla morte per shock in seguito a un danneggiamento del sistema nervoso e digestivo.

A rivolgersi a questa Giustiziera erano donne esauste di essere maltrattate, picchiate e abusate dai loro mariti, le quali anziché rivolgersi alla polizia che neanche le ascoltava , andavano a “sporgere denuncia” da Madame Popova, che spesso anche senza compenso, risolveva velocemente il problema.

Una volta conquistata la fiducia dei mariti, li avvicinava servendo loro una bevanda e il gioco era fatto.

Il passaparola si sparse cos’ in fretta tra le donne che non ne potevano più di subire ogni giorno che la donna era diventata un punto di riferimento per la comunità femminile.

Agì indisturbata per moltissimi anni fino a quando una donna che le aveva commissionato l’uccisione del marito, improvvisamente si pente e corre ad avvisare la polizia per salvarlo.

La notizia dell’arresto si diffonde molto rapidamente e la donna viene trasferita a San Pietroburgo per essere processata ed evitarle il linciaggio in piazza.

A processo si dichiara colpevole, ma in buona fede perché ha liberato le mogli da mariti tiranni e dichiara “Io non ho mai ucciso una donna, solo uomini che abusavano delle loro mogli”.:”

Viene fucilata e con lei scompaiono molte notizie sul caso, compresa l’autopsia della quale non esiste più traccia.

Una storia che in gran parte rimarrà avvolta nel mistero, come lo rimarrà la provenienza di questa donna della quale non si sa neanche con certezza il vero nome.

Popova, infatti è un nome che veniva dato ai bambini abbandonati nel momento in cui nasceva la necessità di dargli un ‘identità, ma il nome Alexe seppur casuale come il cognome per curiosità della sorte significa: “chi protegge e difende”

Linda Corsaletti

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