Quella che voglio raccontare è una storia che ha dell’incredibile nella quale mi sono imbattuta per caso e ho deciso di approfondire dietro il permesso dei familiari della vittima.
Siamo a Pachino in Sicilia.
Vincenzo Cancemi un tecnico professionista che si occupava di riparazione di elettrodomestici, aveva 41 anni. Viene ritrovato cadavere il 28 aprile scorso in contrada Lettiera nella sua villetta, nei pressi di Marzamemi.
Il corpo senza vita del ragazzo giaceva a terra dopo essere stato presumibilmente appeso ad un albero a causa di un suicidio , ma secondo i famigliari della vittima fin da subito qualcosa non quadra.
La famiglia infatti ritiene che possa esserci altro dietro il decesso ed ha deciso di affidarsi ad un legale, l’avvocato Nunzia Barzan. Il difensore ha richiesto di accedere al fascicolo per consentirgli di vedere un filmato da loro ritenuto anomalo che potrebbe essere determinante per la definizione della tragica vicenda. Inoltre la famiglia si domanda come mai non sia stata sottoposta a sequestro l’area per garantire inalterata la zona in cui è avvenuto il decesso, considera sospetti sia gli ematomi presenti sul corpo del ragazzo e una vistosa ferita alla testa del 41enne, mentre per gli inquirenti il ragazzo quella ferita, potrebbe essersela procurata dopo che il suo corpo è venuto giù dal ramo di quell’albero. Il corpo appeso al ramo secondo i famigliari è stato visto solo dalla fidanzata del ragazzo non da altri. Sul luogo sembrerebbe non sia intervenuto il medico legale e non sono stati ascoltati i presenti. Ciò secondo la famiglia fa tingere di giallo questa vicenda. Tutti elementi che sono, comunque, al vaglio dei carabinieri della stazione di Pachino e della Compagnia di Noto oltre che dei magistrati della procura di Siracusa. Dal giorno dell’accaduto la salma si trova ancora nella cella frigorifera del cimitero di Pachino e ciò che la famiglia chiede con forza è che venga effettuata l’autopsia, cosa fino ad oggi negata. Per tale motivo il ragazzo non ha ancora avuto una degna sepoltura. I famigliari chiedono chiarezza e per poterla fare serve un approfondimento alle indagini anche attraverso un autopsia per poter discernere con sicurezza tra omicidio o suicidio e poter fugare ogni dubbio prima della sepoltura. Il ragazzo infatti fino al momento del decesso avrebbe tenuto una comportamento fortemente contrastante con una condotta di tipo suicidario e mai aveva lanciato segnali di allarme tipici di chi ha un’ideazione di questo tipo. Un ragazzo allegro, sorridente e benvoluto da tutti, così lo descrivono famigliari e conoscenti . On line anche una petizione per raccogliere firme a favore dell’autopsia. L’esigenza di approfondire la dinamica dei fatti è data non solo dal fatto che l’albero dove è stato ritrovato Vincenzo con un cappio al collo, era troppo basso per permettere l’impiccamento, ma anche perché la ferita che il ragazzo riportava in testa è sospetta e potrebbe essere compatibile non con la caduta dopo il decesso, ma con un ferimento di altro genere.
E’ possibile che dietro la morte del ragazzo ci sia altro su cui è bene indagare in modo approfondito? Qualche mese prima del suo decesso Cancemi era rimasto coinvolto in una vicenda poco chiara, riguardante una lettera diffamatoria, diffusa in città. In questa lettera si faceva riferimento ad una serie di rapporti extraconiugali che avrebbero coinvolto persone di Pachino e Portopalo. Tra le persone coinvolte, nella lettera si faceva anche il nome di Vincenzo Cancemi. Potrebbe essere questa la giusta pista investigativa ? Qualcuno voleva ilragazzo morto ? È stata una lite finita in tragedia, mascherata maldestramente con il suicidio? Ad oggi l’unica certezza su questa morte è che i sospetti di famigliari e amici sono senza una risposta di tipo investigativo scientifica soddisfacente tale da permettere la sepoltura di questo ragazzo deceduto in circostanze davvero surreali.
Dottoressa Linda Corsaletti

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