La drammatica vicenda riportata in queste ore da giornali e tv. avvenuta a Civitanova Marche, nella quale un operaio di origine salernitana di 32 anni ha aggredito un ambulante nigeriano di 39 uccidendolo in pieno giorno davanti tutti, ha suscitato indignazione sotto diversi aspetti.

In particolare chiunque vedendo quelle scene raccapriccianti si è chiesto come mai nessuno dei presenti che stava assistendo a un’ aggressione particolarmente brutale si è limitato a guardare o filmare l’evento.
Nessuno infatti è intervenuto nell’immediatezza cercando di salvare la vittima uccisa con una stampella che usava per camminare.
È così che Alika Ogorchukwu ha perso la vita, quando invece un intervento esterno, un tentativo di fermare quello scempio avrebbero potuto certamente salvargli la vita.
Ciò che è accaduto in criminologia si chiama effetto spettatore detto anche apatia dello spettatore o o effetto testimone in inglese (bystander effect ).
Che cos’è? Ecco di cosa si tratta:

Quello che abbiamo visto accade in diversi casi di cronaca nera. L’effetto spettatore è fenomeno psicologico e sociale che avviene nei casi in cui gli individui non offrono nessun aiuto a una vittima quando sono presenti altre persone.
La probabilità dell’aiuto è inversamente correlata al numero degli spettatori, quindi  maggiore è il numero degli spettatori, minore è la probabilità che qualcuno di loro aiuterà. 
Esistono alcune variabili che entrano in gioco le quali ci aiutano a capire meglio come si verifica questo effetto : ambiguitàcoesione sociale e diffusione di responsabilità.

L’ambiguità è un fattore che influenza l’intervento di una persona la sua motivazione ad agire o meno quando assiste in situazioni in cui lo spettatore/gli spettatori non sono sicuri se una persona richieda assistenza (una situazione ad alta ambiguità), il tempo di reazione è lento. Nelle situazioni a bassa ambiguità (una persona che grida aiuto) il tempo di reazione è più rapido che nelle situazioni ad alta ambiguità.

La coesione sociale è un’altra variabile che può influenzare il comportamento di aiuto di uno spettatore e si riferisce a una relazione consolidata (amici, conoscenti) tra due o più persone. La norma della responsabilità sociale influenza il comportamento di aiuto: quando più un gruppo è coeso, più è probabile che il gruppo agirà in accordo con la norma della responsabilità sociale.
La diffusione di responsabilità si presenta quando le persone credono che ci siano altre persone intorno meno propense o più lente ad aiutare una vittima nel caso di un’emergenza, perché credono che qualcun altro se ne prenderà la responsabilità.


John Darley e Bibb Latané, nel 1968, dimostrarono per la prima volta in laboratorio l’effetto spettatore in seguito all’interesse sull’argomento seguendo l’omicidio di Kitty Genovese nel 1964, una donna di New York che fu accoltellata a morte nei pressi della sua casa nel quartiere di Kew Gardens, distretto del Queens

Le circostanze del suo assassinio e la presunta mancata reazione da parte dei suoi vicini, furono riportate da un articolo del New York Times, oggi smentito, pubblicato il 27 marzo 1964, e divennero il simbolo di un fenomeno psicologico noto come “effetto spettatore”.
Questi ricercatori realizzarono una serie di esperimenti accurati che ebbero come risultato uno dei più importanti e più frequenti effetti della psicologia sociale.
In un esperimento, il partecipante è o da solo o in un gruppo di altri partecipanti e viene inscenata una situazione di emergenza durante la quale i ricercatori misurano quanto tempo occorre perché i partecipanti intervengano, se intervengono. Questi esperimenti hanno dimostrato che la presenza di altri inibisce l’aiuto, spesso di un largo margine.

Secondo Latané e Darley, ci sono cinque caratteristiche delle emergenze che influenzano gli spettatori:

  1. Le emergenze implicano la minaccia di un danno o un danno effettivo
  2. Le emergenze sono insolite e rare
  3. Il tipo di azione richiesta in un’emergenza differisce da situazione a situazione
  4. Le emergenze non possono essere previste o attese
  5. Le emergenze richiedono un’azione immediata.

A causa di queste cinque caratteristiche, gli spettatori subiscono processi cognitivi e comportamentali

  • Notano che qualcosa sta succedendo
  • Interpretano che la situazione è un’emergenza
  • Grado di responsabilità avvertito
  • Forma di assistenza
  • Implementano la scelta dell’azione.

Praticamente quando si chiede assistenza, più informazioni si danno a uno spettatore, più è probabile che aiuterà.

  1. Il tempo impiegato per notare un evento in corso cambia in base alla norma sociale di ciò che è considerato etichetta ben educata in pubblico. Nella maggior parte delle culture occidentali, la buona educazione impone che sia inappropriato guardarsi intorno oziosamente. Di conseguenza, è più probabile che i passanti mantengano l’attenzione su sé stessi quando sono intorno a grandi gruppi rispetto a quando sono da soli.
  2. Secondo i principio dell’influenza sociale, gli spettatori monitorano le reazioni delle altre persone in una situazione di emergenza per vedere se gli altri pensano che sia necessario intervenire. Se si è determinato che gli altri non stanno reagendo alla situazione, gli spettatori interpreteranno la situazione non come un’emergenza e dunque non interverranno. Questo è un esempio di ignoranza pluralistica o prova sociale. Un’emergenza è anche interpretata in maniera meno grave nonostante la sua causa ha un’alta probabilità che sia veramente minacciosa. Questo suggerisce che in situazioni di maggiore gravità è possibile che la gente interpreti la situazione come una circostanza nella quale occorre aiuto e sarà più probabile che intervenga.
  3. Il grado di responsabilità che sente uno spettatore dipende da tre cose: – se sente o no che la persona sia meritevole di aiuto; – la competenza dello spettatore; – la relazione tra lo spettatore e la vittima.
  4. Ci sono due categorie o forme di assistenza:  a) Intervento diretto: assistere direttamente la vittima b) Intervento di deviazione: si riferisce alla segnalazione di un’emergenza alle autorità (polizia, vigili del fuoco)
  5. Implementazione: Dopo aver superato i 4 passi precedenti, lo spettatore deve implementare l’azione prescelta.

Sta di fatto che quando si verificano questi episodi c’è un’alta probabilità che si inneschi nei presenti alla scena una dissoluzione della responsabilità: ognuno delega all’altro l’intervento, creando di fatto immobilismo, una reazione che avviene per effetto secondario alla condizione di timore sociale, Si ha la paura di non essere tutelabili dall’insieme del Gruppo Sociale e la percezione dellaperdita di quello che possiamo definire ‘riparo sociale’. È pur vero che l’uso del cellulare ha rafforzato negli anni l’apatia sociale, per molti attivare lo schermo per riprendere scene che richiedono intervento sostituisce l’azione di attivare la propria coscienza, il bisogno primario diventa postare sui social in tempo reale quanto sta accadendo sotto i loro occhi, ciò è frutto dei modelli educativi che da anni si stanno perpetrando e le cui modalità andrebbero senza dubbio rimesse fortemente in discussione.

Dottoressa Linda Corsaletti.
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