Cosa vediamo nell’esatto istante prima di morire? È possibile saperlo ?

La scienza antica ha provato a dare delle risposte del tutto suggestive a queste domande.

La letteratura e molti vecchi film gialli hanno reso popolare il concetto del tutto antiscientifico di Optografia forense, ovvero il processo di recupero dell’ultima immagine registrata dall’occhio prima della morte. Questo processo è infatti del tutto inutilizzabile nella realtà e non può essere applicato alle indagini scientifiche dei casi di omicidio.,
L’optografia forense a supporto ad un indagine criminologica, si sviluppò verso fine ‘800 grazie al fisiologo tedesco Wilhelm Kühne, che basò i propri studi sulla scoperta della rodopsina, operata da Franz Christian Boll nel 1876.

Kühne scoprì che, in circostanze ideali, la rodopsina registra l’ultima immagine vista dall’occhio, e che questa assomiglia, in modo approssimativo , ad un negativo fotografico. Per sostenere la sua tesi scientifica fece un esperimento su un coniglio albino che lo rese noto alla comunità scientifica
Durante il procedimento tenne il muso del coniglio coperto con un lenzuolo per qualche minuto in modo da far ben fissare la rodopsina, successivamente fece osservare le sbarre di una finestra per tre minuti e infine lo decapitò. Il suo bulbo oculare venne estratto e tagliato in due e fissata la rodopsina con una soluzione di allume. L’immagine riscontrata e registrata sul bulbo oculare , mostrò la finestra con le sbarre che il coniglio aveva osservato prima della decapitazione.

Kühne, a seguito del successo ottenuto dal suo esperimento attese di poter dimostrare le proprie scoperte anche su un essere umano e presto ebbe la sua occasione il 16 Novembre 1880, quando Erhard Gustav Reif venne condannato a morte tramite l utilizzo della ghigliottina.

L’occhio di Reif venne estratto e spedito all’Università di Heidelberg, dove lavorava Kühne.

Lo studioso produsse un’immagine in circa 10 minuti, ma era del tutto priva di significato è molto confusa, anche se sembrava mostrare i contorni della ghigliottina che aveva decapitato il condannato inoltre, essendo l’uomo bendato al momento della decapitazione, il risultato apparve strano. Senza arrendersi per la non riuscita del suo esperimento su un umano Kühne provò ad affinare la tecnica nel corso del tempo producendo numerosi optogrammi da occhi di malcapitati animali, ma non riuscì mai a produrre altre immagini da esseri umani , infatti nonostante i tentativi di estrarre l’ultima immagine osservata dall’occhio di un defunto accumulò solo insuccessi. Questa operazione difficilissima, oltre che fantasiosa era resa impossibile anche per la tecnologia di allora a causa della dimensione millimetrica della Fovea, il punto focale dell’occhio di massima acutezza visiva.

La letteratura e gli studi su questo argomento però condizionò diversi ufficiali di polizia, che tentarono di utilizzarla per risolvere dei casi di omicidio, tentando di cogliere negli occhi della vittima l’ultima immagine vista, ovvero quella del volto dell’assassino . Uno fra questi fu Walter Dew, che in seguito incriminò il famoso assassino Dr. Hawley Harvey Crippen, e tentò di usare l’optografia su Mary Jane Kelly, una delle vittime dí jack lo squartatore,tentando la stesssa cosa anche su un’altra delle vittime, Annie Chapman, nella speranza che almeno in questa il volto ignoto dì jack lo squartatore, fosse stato immortalato nei suoi occhi prima di morire.

Un raro caso di optografia forense venne ammesso come prova in Germania nel 1924, quando il mercante tedesco Fritz Angerstein fu accusato di aver ucciso otto membri della sua famiglia oltre il personale domestico.

Doehne, un professore dell’Università di Colonia, fotografò la retina di due delle vittime, sperando di ottenere le immagini del volto di Angerstein dai negativi sviluppati.

In seguito il professore affermò ufficialmente che, dalle immagini ottenute si vide Angerstein mentre uccideva con l’ascia il giardiniere e quando Angerstein , probabilmente condizionato, seppe della prova “schiacciante” a suo carico confessò gli omicidi e venne giustiziato.
A seguito di ciò la rivista statunitense Mercury acclamò il caso come “la prova tangibile dell’optografia forense”, ma un tribunale tedesco, nel 2011, giudicò le prove del caso “assurde”, smontando questa pratica.

Nonostante ciò il suo utilizzo andò avanti con lo scopo di riuscire a trovare una tecnica più efficace, infatti la più recente ricerca riguardante l’optografia forense risale al 1975, quando il professor Evangelos Alexandridis dell’Università di Heidelberg produsse degli optogrammi ben distinguibili, partendo come Kühne dai conigli.
Più tardi però anche il professore valutò come “impossibile” la produzione di optogrammi per le indagini giudiziarie, ed il metodo fu archiviato definitivamente per sempre.

Linda Corsaletti

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