Ci sono storie di morti ammazzati che fanno meno rumore di altre.

Nonostante l’importanza dei risvolti sociali e criminali che si nascondono dietro a un omicidio siano allarmanti, un corpo trovato per caso da un passante a spasso con il cane non finisce sulle prime pagine della cronaca nera e forse succede perché chi non ha un’identità viene considerato un fantasma dalla società ancora prima di morire.

Oggi voglio raccontarvi una storia, quella di una ragazza rumena.

Di lei non si sa molto, il suo nome è quello comune a tante ragazze straniere in Italia, Maria.

Viene rinvenuta morente su una strada molto trafficata e conosciuta di Roma, la Colombo.

Ha circa trent’anni e viveva ai margini della società in un piccolo insediamento abusivo alla Montagnola.

Il 12 maggio scorso il suo corpo viene notato grazie all’abbaiare di un cane che era spasso col suo padrone.

Era vicino una tenda da campeggio tra rifiuti di cibo e bottiglie di birra vuote, abbastanza visibile anche se nessuno prima di allora l’ha notata.

Viene chiamata un ambulanza e Maria viene portata all’Ospedale San Giovanni di Roma, ma non ce la fa.

Aveva il volto tumefatto, è stata picchiata a mani nude fino alla morte.

Dicono di lei che andava spesso in giro col viso gonfio e pieno di lividi, che parlava a stento l’italiano e che probabilmente era incinta.

Aveva un compagno violento, che beveva la picchiava e la faceva prostituire.

Ci sono indagini in corso che dovranno accertare non solo l’effettiva coinvolgimento del compagno, ma anche se dietro al giro di prostituzione ci sia o meno un racket.

La storia di Maria finisce qui perché di lei non si sa altro.

L’ottavo municipio si è immediatamente attivato per rintracciare la sua famiglia nella speranza che ci sia qualche famigliare che per questa morte chiederà giustizia.

Linda Corsaletti

Foto fonte web