Introduzione: Il 17 maggio del 1990 segna una svolta storica nella lotta per i diritti delle persone LGBTQ+. In quel giorno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) depatologizza l’omosessualità, rimuovendola dall’elenco delle malattie mentali. Questo gesto pone le basi per l’uguaglianza e l’accettazione, segnando un punto di svolta nella comprensione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Tuttavia, questa vittoria non è stata raggiunta senza una lunga e faticosa battaglia che ha coinvolto attivisti, professionisti della salute mentale e persone LGBTQ+ in tutto il mondo.

La Battaglia per la Depatologizzazione: Prima del 1973, l’omosessualità veniva classificata come malattia mentale in molti contesti, incluso il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) dell’American Psychiatric Association (APA) negli Stati Uniti. Questa classificazione errata ha causato una profonda stigmatizzazione e discriminazione delle persone omosessuali, con gravi conseguenze per le loro vite e la loro salute mentale.

Negli anni ’60, un movimento di attivismo LGBTQ+ inizia a farsi sentire, con l’obiettivo di ottenere il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali e la depatologizzazione dell’omosessualità. Attraverso proteste, manifestazioni e campagne di sensibilizzazione, questi attivisti hanno sfidato gli stereotipi dannosi e promosso l’accettazione e l’uguaglianza.

La Rivoluzione del 17 Maggio 1990: Il 17 maggio del 1990, l’OMS prende una decisione storica: depatologizzare l’omosessualità. Questo atto riconosce l’orientamento sessuale come una variazione naturale della diversità umana, sradicando la convinzione erronea che l’omosessualità sia una malattia da curare. La decisione dell’OMS fornisce una base scientifica solida per combattere la discriminazione e promuovere l’inclusione.

Il Percorso Verso l’Uguaglianza: Nonostante la depatologizzazione, molte persone LGBTQ+ in tutto il mondo continuano ad affrontare discriminazioni e violazioni dei loro diritti. Le terapie riparative, pratiche dannose volte a cambiare l’orientamento sessuale o l’identità di genere, sono ancora presenti in alcuni paesi. Tuttavia, la consapevolezza su queste pratiche dannose sta crescendo, e sempre più governi stanno adottando misure per vietarle e proteggere i diritti delle persone LGBTQ+.

La Giornata Internazionale contro l’Omobitransfobia: Come segno di impegno per combattere la discriminazione, il 17 maggio è stato scelto come Giornata Internazionale contro l’Omobitransfobia (IDAHOBIT). Questa giornata è un’occasione per riflettere su diversi aspetti legati alla lotta contro la discriminazione e per promuovere l’accettazione e l’uguaglianza delle persone LGBTQ+.
Ecco alcuni punti su cui fare una riflessione :

  1. Progressi e conquiste: Possiamo riflettere sui progressi che sono stati fatti nel corso degli anni nella lotta contro l’omobitransfobia. Dall’eliminazione dell’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali all’aumento delle leggi che proteggono i diritti delle persone LGBTQ+, quali sono stati i successi e i risultati raggiunti? Cosa possiamo imparare da queste vittorie?
  2. Sfide e disparità: Nonostante i progressi, molte sfide persistono per le persone LGBTQ+. Riflettiamo sulle disparità che ancora esistono in termini di diritti, accesso a servizi sanitari, istruzione, occupazione e sicurezza. Quali sono le principali sfide che devono ancora essere affrontate? Come possiamo lavorare per superare queste barriere?
  3. Ruolo delle terapie riparative: Le terapie riparative sono ancora presenti in alcuni paesi nonostante la loro inefficacia e dannosità. Riflettiamo sull’importanza di sensibilizzare sulle conseguenze negative di queste pratiche e sul ruolo dei governi nel vietarle e proteggere le persone LGBTQ+ da tali abusi.
  4. Educazione e consapevolezza: L’educazione e la consapevolezza sono fondamentali per promuovere l’accettazione e contrastare l’omobitransfobia. Riflettiamo su come possiamo contribuire a creare spazi di dialogo, informazione e comprensione per combattere i pregiudizi e promuovere l’inclusione.
  5. Azioni concrete per il cambiamento: La riflessione deve andare di pari passo con l’azione. Cosa possiamo fare a livello individuale e collettivo per promuovere l’uguaglianza e combattere l’omobitransfobia? Come possiamo sostenere organizzazioni, iniziative e politiche che promuovono i diritti delle persone LGBTQ+?

La Giornata Internazionale contro l’Omobitransfobia ci invita a riflettere su questi temi e ad agire per creare un mondo più equo e inclusivo per tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere.

Dottoressa Linda Corsaletti

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