Tsutomu Miyazaki nasce prematuro il 21 agosto 1962 a Itsukaichi, Tokyo, con una malformazione ai polsi che gli rendeva impossibile piegare le mani rispetto alle braccia: per muovere le mani in su era costretto a ruotare l’intero braccio.
FIglio di una famiglia benestante.
Oltre al suo aspetto deforme é costretto a fare i conti anche con l’essere sessualmente ipodotato, situazione che lo renderà oggetto di derisione da parte dei compagni e ad essere allontanato dai suoi coetanei, alimentando nel tempo un risentimento che diventerà esplosivo.
Questo suo essere emarginato non influenzerà inizialmente il rendimento scolastico, ma pian pian i suoi voti iniziano a scendere fino a precludere il suo ingresso alla Meiji University, infrangendo il suo sogno di diventare un insegnante.
Inizia poco dopo a dare i primi segnali di allarme inequivocabili di follia estrema e ad emergere quella che inizialmente sembra essere una forma semplice di voyeurismo che lo porta a fotografare la biancheria intima delle tenniste, pur non essendo attratto dalle sue coetanee.
Quando capisce che la pornografia non lo soddisfa, passa alla pedopornografia.
Il suo primo omicidio verrà commesso dopo un fattore di stress molto forte , la morte del nonno.
Lui stesso dichiarerà che era l’unica persona con la quale riusciva ad avere un legame e a rapportarsi e che dopo la sua cremazione si mangiò un osso del defunto convinto che lo avrebbe aiutato a reincarnarsi in lui.
Inizia a delinearsi un quadro psicopatologico sempre più grave e complesso che lo condurrà verso una strada senza via d’uscita, quella di chi scopre di provare piacere nell’uccidere.
Inizia come quasi tutti i Serial killer a torturare ed uccidere cani e gatti, per poi fare l’inevitabile salto di specie: l’uccisione di persone.
La sua prima vittima è Mari Konno, una bambina di 4 anni.
La strangola e abbandona i suoi resti su una collina.
Passano solo 6 settimane dal primo omicidio e arriva il secondo; Masami Yoshizawa di anni 7, dopo averla brutalmente strangolata abusa di lei post mortem compiendo i suoi primi atti di necrofilia.
SubIto dopo arriva una terza vittima, Erika Namba di anni 6, soffocata in auto e abbandonata in un bosco.
I tre omicidi vengono collegati immediatamente anche grazie al fatto che prima della sparizione delle bambine, le famiglie avevano ricevuto telefonate mute e delle inquietanti cartoline sotto la porta di casa.
Nelle settimane successive il padre della prima vittima, trovò un pacchetto fuori casa e nel contenuto al suo interno era presente una polvere (che poi si scoprì essere un residuo di cremazione dei resti della figlia), dei frammenti ossei, foto di biancheria intima, dodici denti da latte e una lettera con scritto ‘Mari, cremate, ossa, investigate, prove”
Per fare questo l’assassino era tornato sulla scena del crimine.
Pochi giorni dopo la famiglia Konno riceve un’altra lettera con scritto “ Prima che me ne rendessi conto il suo corpo stava diventando rigido, volevo incrociargli le braccia sul petto, ma non riuscivo a muoverle, ben presto numerose macchie rosse iniziarono a comparire su tutto il corpo, somigliavano a dei timbri.
Sembravano tante bandierine GIapponesi.
Prima pareva rigido, ma ora sembrava come se fosse gonfio d’acqua e puzzava, puzzava tremendamente come mai nella vostra vita abbiate sentito“
Questa lettera ci dà indicazioni non solo dell’enormità di tempo che l’assassino passava con il cadavere delle sue vittime, ma anche della sua totale assenza di empatia e rimorso, oltre che di una prepotente voglia di sfida.
Dopo un periodo di raffreddamento di circa 6 mesi Tsutomu, torna a colpire.
La Vittima è Ayako Nomato, attirata con la solita scusa di ricevere dei dolcetti in cambio di alcune fotografie, ma la bambina alla vista delle sue mani deformi si rifiuta di seguirlo e fa un commento non gradito all’ assassino, tanto da scatenare una furia omicida più forte delle precedenti.
A differenza delle altre vittime, il corpo non viene abbandonato, ma decide di continuare i suoi macabri rituali a casa.
Deposto il cadavere sul tavolo si riprende mentre pratica autoerotismo di fronte ad esso..
Tiene il corpo per due giorni e prima che iniziasse a decomporsi lo deprezza, lo cucina e se ne ciba e poi si libera delle ossa, gettandole in un bosco.
Fu arrestato poco dopo nel 1989, grazie alla segnalazione di una bambina la quale aveva raccontato al suo papà di aver visto un uomo che stava fotografando una sua amica.
Viene arrestato con l’accusa di aver costretto un minore ad atti osceni, ma dopo solo 17 giorni è lui stesso a cedere alla voglia di raccontare gli omicidi commessi.
Dal sopralluogo effettuato dagli inquirenti in casa sua, vennero rinvenute circa seimila videocassette a contenuto horror-splatter e pedopornografico tra i quali erano presenti anche i video e le foto fatte alle sue vittime.
Durante il processo iniziato nel 1990, MIyazaki sostenne che a commettere gli omicidi era stato un suo alter ego, una specie di uomo topo molto malvagio del quale fornì addirittura un identikit.
Gli venne riconosciuta una schizofrenica dissociativa , venne impiccato il 17 giugno del 2008.
Arrivò a definire i suoi omicidi come “un buon lavoro”
Non si pentì mai degli orrori commessi, mentre il padre si è suicidato subito dopo la fine del processo.
Linda Corsaletti
foto fonte web
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